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Archeologia secondo Past Experience

L’Arte non è soltanto la forma espressiva più alta con cui l’uomo consegna alla storia la propria immortalità, è tra le fonti di guadagno più redditizie che il passato ha consegnato a noi contemporanei.

Lo testimoniano, per paradosso, i bilanci in rosso, con cui le città d’arte oggi devono fare i conti a causa del Covid – 19. Il Sindaco Nardella dalle pagine del Corriere della Sera, paragona gli effetti della pandemia ai danni con cui l’Arno, nel 1966, mise in ginocchio Firenze. Un buco di 200 milioni di euro, costringe il primo cittadino fiorentino a rivedere le spese amministrative previste per l’assistenza ai più deboli, mettendo in forse lo stipendio per i 4100 dipendenti comunali che garantiscono l’apertura e il funzionamento dei musei cittadini.

La massa fa paura. Il possibile aumento dei contagi, l’assenza di una posizione chiara da parte della comunità scientifica, spesso alimenta lo stato di insicurezza che spinge i vacanzieri a disertare le grandi realtà culturali, dirottando i loro interessi verso la provincia e quelle piccole realtà che improvvisamente svelano le proprie identità e i propri tesori.

Ce lo testimonia Carolina Megale, direttore amministrativo del Gruppo Past in Progress. Gruppo composto dall’Associazione culturale Past in Progress APS, fondata nel 2010 per supportare e coordinare le attività di ricerca e divulgazione archeologica, e da Past in Progress S.r.L, giovane realtà di servizi archeologici e gestione dei luoghi della cultura, di cui Past Experience rappresenta lo strumento di azione sul territorio.

È il turista italiano a visitare, quest’anno, con maggior interesse i nostri siti. Molti tornano dopo anni di assenza, mentre altri ne scoprono la sua bellezza. Molti pensano che uno scavo archeologico sia solo una voce negativa nel bilancio amministrativo, ma la realtà dei fatti, ne mette in crisi la sua fondatezza. Faccio l’esempio più diretto. Un euro speso per lo scavo di Poggio al Molino, ne produce 3,88. Senza considerare l’indotto economico che il sito sostiene e incrementa anno dopo anno. Noi collaboriamo con enti, associazioni, fondazioni italiane, ma soprattutto straniere, con cui promuoviamo e sosteniamo un’offerta turistico-formativa con cui incrementiamo la tutela e valorizzazione del bene, ma al tempo stesso garantiamo alla comunità scientifica di poter incrementare con i nostri studi la ricerca di settore. La possibilità di ospitare, garantendo agli ospiti di godere delle bellezze del nostro territorio è il miglior biglietto da visita che possiamo offrire, dal momento che molti spesso scelgono di ritornare magari accompagnati dal proprio nucleo familiare”.

Calo Giulio Argan (1909-1992) nel libro Intervista sulla fabbrica dell’arte, a cura di Tommaso Trini (Laterza, Bari 1980) parlando dei musei ha detto che “Non debbono servire solo a ricoverare opere d’arte sfrattate o costrette a battere il marciapiede del mercato. Non avrebbero spazio bastante e non è questo il loro compito. Dovrebbero essere istituti scientifici o di ricerca, con una funzione didattica aggiunta; ed essere i piccoli e grandi nodi della rete disciplinare dell’archeologia e della storia dell’arte. Poche opere esposte permanentemente, anche nessuna; molto personale scientifico, ma studiosi aperti e non «conservatori»; molte mostre piccole e grandi, a rotazione, con il materiale dei musei integrato da prestiti. Nessuna dipendenza da ministeri e direzioni generali: gestione diretta da parte di uno scelto personale tecnico-scientifico (ma che tale sia davvero). Modello per l’uso di quella veramente Gesamtkunstwerk che è la città. In altre parole: il museo non dovrebbe essere il ritiro o il collocamento a riposo delle opere d’arte, ma il loro passaggio allo stato laicale, cioè allo stato di bene della comunità: il luogo in cui davanti alle opere non si prende una posizione di estasi ammirativa ma di critica o di attribuzione di valore“.

La Vostra Associazione rende reale nei fatti quello che lo storico e critico d’arte aveva ipotizzato quarant’anni fa. Ma adesso quale sono i vostri obiettivi?

“Vorrei che ci fosse una vera collaborazione con i siti e i musei archeologici che costellano questo territorio. Siamo tutti consapevoli che l’unione fa la forza, ma stranamente finite le proposte, in troppi si sentono sicuri nel “chi fa per se fa per tre”. Tre sono i fattori su cui dovremmo lavorare: l’accademismo, il concetto di rete e il valore affettivo con cui un bene diventa patrimonio locale. Molti si sentono sicuri nel proprio ruolo, mal tollerando la possibilità di mettersi in relazione con il motore principale del nostro essere: il pubblico che ci sostiene e soprattutto tutti quegli appassionati che possono, nel pieno rispetto delle regole deontologiche che l’archeologia ci impone, di aiutarci nel gestire e tutelare gli scavi dalle azioni con cui il tempo ne offende la loro integrità. Nessuno perde la propria identità, un volontario non inficia l’azione di uno studioso, ma al contrario ne diventa un diretto alleato. Altro neo è la “rete”. Siamo molto feudali, manteniamo alta la difesa del nostro presidio, senza considerare che facciamo un danno al pubblico. Noi siamo un’associazione privata che trova difficoltà nel collaborare con i Parchi Archeologici della Val di Cornia. L’assenza di comunicazione penalizza i turisti, portando a sottostimare il lavoro che entrambi svolgiamo su questo territorio. Ultimo, ma non per importanza, restituire al patrimonio il senso di comunità che sta alla base della cultura locale. Se non condividiamo con chi risiede in questi posti che cosa sia l’importanza degli scavi, il loro ruolo per il bene della cultura internazionale, difficilmente saranno visti oltre alla loro valenza turistica. Amo ciò che conosco e difendo ciò che mi appartiene perché in esso proietto la mia identità di cittadino. Questo lo si ottiene solo coinvolgendo e rendendo partecipi chi vive questi luoghi”.Populonia

Tornando al fattore economico, vi aspettano importanti cambiamenti.

Sì, L’associazione Past in Progress si sta trasformando in Fondazione AGLAIA. Diritto al patrimonio culturale, mentre fondiamo una nuova associazione Past in Action. Abbiamo deciso di espandere la nostra presenza sul territorio, gestendo per il comune di Scarlino le loro realtà museali. Assumeremo due giovanissime archeologhe e una naturalista che ci supporterà nei percorsi e nei nostri laboratori didattici.  Il gruppo predilige le competenze legate ai beni culturali: archeologi, architetti, storici, economisti della cultura, ma non si priva della collaborazione professionale di psicologi, filosofi e laureati nel settore turistico. La professionalità paga là dove le è permesso di essere spesa, ma non deve mai perdere di perdere di vista la terra su cui appoggia i piedi.

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