Il dramma del sisma Covid-19
Il Covid-19 è arrivato in un momento già delicatissimo per migliaia di negozi e pubblici esercizi del territorio. I numeri sono impressionanti sia sul fronte delle richieste di ammortizzazione sociale, sia su quelli delle contrazioni nelle vendite e dei lavoratori coinvolti.
Numeri dietro ai quali ci sono le vite e i volti delle persone. L’emergenza ha avuto ricadute molteplici sul comparto del commercio e dei servizi: ristorazione, turismo, attività ricettive e le attività commerciali non alimentari.
Molti media sembrano concentrati nel contare il numero di lavoratori occupati, non considerando che la maggior parte di loro vive comunque una condizione di grande difficoltà, malgrado abbiano un posto di lavoro.
A patire di più sono i settori che vivono e crescono in stretto collegamento con la dimensione del potere d’acquisto dei cittadini e la cui vita è condizionata dalla contrazione dei consumi interni, così come dalle paure.
Abbigliamento in fault
Il settore dell’abbigliamento è in grave crisi: sarà fondamentale tutelare le lavoratrici e i lavoratori di questo comparto, non solo con ammortizzatori sociali, ma anche con politiche formative ed economiche lungimiranti che consentano loro di poter mantenere o ritrovare un lavoro a breve termine.
L’esplosione degli acquisti online
È sotto gli occhi di tutti il boom estremo dell’e-commerce, favorito dalle limitazioni di movimento a cui il Paese è sottoposto.
La misura del fenomeno ce la dà il colosso Amazon, la cui logistica, finora esempio di perfezione, è andata in crisi a causa dell’aumento esponenziale delle vendite e quindi delle consegne.
La predisposizione agli acquisti online, specie in questo periodo natalizio, aumenterà smisuratamente, per questo sarà fondamentale che molte piccole e medie realtà del commercio differenzino i canali tramite i quali proporre i prodotti. L’emergenza virus è un acceleratore di questi processi e le realtà che non hanno investito e non investiranno nella comunicazione, nel marketing e nelle piattaforme digitali, avranno molte più probabilità di uscire bruscamente e malamente dal mercato.
Mantenere accese le luci della città
In questo clima pandemico, che ha investito le menti, oltre ai polmoni, vi sono esempi di imprenditori lungimiranti che, dal marzo scorso, stanno cercando di mantenere aperti i negozi, se consentito dai DPCM, per conservare i posti di lavoro, pur riducendo o azzerando il margine operativo.
Un esempio è quello delle società che a Cecina gestiscono i negozi a marchio Tezenis, Intimissimi, Intimissimi Uomo e Bottega Verde, tutti sul Corso Matteotti, davanti al capolinea degli autobus.
L’amministratore delle società ha commissionato a Toscana.Live la realizzazione di uno spot che in poco più di due minuti racconta lo shopping natalizio “etico”, quello che consentirà alle imprese locali di continuare a sopravvivere alla pandemia.
La storia è quella di una giovane donna che sul divano di casa propria sfoglia annoiata sul tablet alcuni siti di e-commerce; improvvisamente si alza, si veste ed esce di casa indossando un cappotto e un ritrovato sorriso. Entra nei negozi del centro, dove viene accolta dalle commesse, ascoltata, consigliata e alla fine, soddisfatta e sorridente, percorre le vie del centro certa di aver scelto prodotti ottimi al prezzo migliore.
Il video di Cecina: https://youtu.be/fMv9nH_qVQQ
Il video di Follonica: https://youtu.be/wgk5d0KmZfA
Il video di Orbetello: https://youtu.be/-YvU5eLhCe4
Music: All I want for Christmas (no copyright free to use)