Home Attualità Portare tutti a scuola in presenza

La scuola sul tavolo dei Ministri

Il 4 giugno 2020, a Palazzo Chigi, si è aperto il tavolo di lavoro sulla scuola, tavolo che entro domenica dovrà offrire una serie di risposte certe soprattutto in vista della riapertura del nuovo anno scolastico 2020-2021. L’incontro è stato richiesto dalla Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, presieduto dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, con la partecipazione diretta della Ministra dei Trasporti e delle Infrastrutture, Paola De Micheli, i rappresentanti delle Regioni, degli Enti locali, delle Organizzazioni sindacali, dei genitori, degli studenti e delle scuole paritarie.

Se l’obiettivo come afferma la ministra Azzolina “è portare tutti a scuola in presenza, con particolare attenzione ai più piccoli, che hanno sofferto maggiormente in questo periodo”, il suono della campanella a settembre risulta lontano e distorto. Nonostante la DAD (didattica a distanza) e le risorse messe a disposizione dai mass media siano state tempestive nel colmare il silenzio della sospensione didattica, questa ha dimostrato quanto sia essenziale il rapporto umano all’interno del tempo che la scuola occupa nella loro quotidianità.

Se inizialmente il Covid – 19, ci ha colti impreparati, imponendoci scelte drastiche per limitare la diffusione dei contagi, oggi, sulla base dei dati scientifici raccolti dalle esperienze vissute nei diversi angoli della Terra, ci permette di ipotizzare soluzioni che possono sostenere le scelte che riportino la scuola alla sua normale funzionalità.

bambiniIl settore pediatrico

Grazie, infatti, all’analisi dei dati raccolti nei diversi ambiti sanitari, in particolar modo nel settore pediatrico, si è evidenziato che il virus si è dimostrato poco aggressivo nei confronti dei bambini e degli adolescenti: sul numero disarmante di contagiati, è stato confortante apprendere che i bambini e gli adolescenti rappresentano solo l’1–5% dei casi diagnosticati di COVID-19, di cui almeno il 90% hanno manifestato la malattia in modo asintomatica o in forma lieve.

I bambini che sembrano essere a più alto rischio di malattia, sono i neonati di età inferiore ad 1 anno e quelli le cui condizioni mediche di base siano critiche, ovvero soggetti a malattie patologie cardiovascolari, polmonari o costretti all’assunzione di terapie immunosoppressive. Oltre a queste casistiche è stato messo in evidenza che raramente i bambini sono i diretti responsabili del contagio di persone adulte. I dati parlano chiaro.

In un gruppo di 39 famiglie svizzere con bambini affetti da Covid-19, solo in tre casi, i bambini sono stati riconosciuti il vettore dell’infezione all’interno della propria famiglia. Negli altri 36 soggetti, sono risultati infettati da familiari. Il contagio si manifesta all’interno delle mura domestiche e difficilmente tra simili all’interno delle aule scolastiche. La controprova è emersa da un altro studio svolto su 68 bambini cinesi affetti da Covid-19, qui nel 96% dei casi, l’untore apparteneva al nucleo familiare.

Il virus trova difficoltà nella trasmissione bambino – bambino. Ne è un esempio il caso di un bambino francese di 9 anni, che con sintomi respiratori, risultato positivo sia a Covid-19 che all’influenza A, venuto a contatto continuativo con 80 coetanei, non ha prodotto nessun contagio secondario da coronavirus, mentre i 9 studenti affetti (e anche 9 adulti appartenenti allo staff di una scuola), venuti a contatto con 735 studenti e 128 adulti del personale scolastico, hanno indotto solamente due infezioni secondarie.

Quello che si è scoperto è che i bambini esprimono poco il recettore ACE2, recettore primario che garantisce al virus SARS-CoV-2 di infettare le cellule che rivestono la mucosa del naso. Il fatto di presentare un numero limitato di recettori per il virus, nella via d’accesso da questo prediletta, giustificherebbe la minore suscettibilità dei bambini all’infezione. I bambini, dunque, si infetterebbero di meno, si ammalerebbero di meno e, soprattutto, risultano meno contagiosi rispetto agli adulti.

Il contagiomatite sul tavolo

Tornando al tema iniziale, la Scuola proprio per la scarsa propensione al contagio da parte dei suoi ospiti, sia l’istituzione che oltre a garantire la sicurezza degli stessi limita la trasmissione del virus. I bambini positivi sono quasi sempre asintomatici, fattore che riduce la dispersione nell’etere delle goccioline di Flügge attraverso colpi di tosse e starnuti. La quantità di particelle virali liberate nell’ambiente dai bambini, elemento in stretta correlazione con la trasmissione dell’infezione, è pertanto molto bassa. Anche se sembrerebbe paradossale per le informazioni e le misure fino ad oggi prese dal Governo, la Scuola dovrebbe essere considerata un ambiente sicuro, proprio perché qui i contagi sono molto difficili. I maggiori rischi sarebbero tra insegnanti e genitori, soggetti che devono mantenere le distanze fisiche e seguire con rigore le norme igieniche previste per contrastare il virus.

Se la scuola dilata il tempo di permanenza dei bambini all’interno delle sue aule, garantisce, contrariamente al senso comune, di ridurre il tempo di esposizione di questi verso le persone adulte ed anziane, i principali vettori di infezione. Per questi motivi, Claudio Marabotti (cardiologo), Simona Bellini (psichiatra), Giacomo Fruzza (pediatra, pronto soccorso e 118), Lorenzo Del Pesce (cardiologo)e Riccardo Ristori (medicina d’emergenza-urgenza) sostenuti dalle solide evidenze scientifiche riportate in precedenza, ritengono che la ripresa delle attività scolastiche possa avvenire con procedure meno stringenti rispetto a quelle necessarie in altri ambienti condivisi da molti individui, come i luoghi di lavoro, i bar e i ristoranti.

La buona igiene

Certo, resta per il personale e gli studenti, l’obbligo, come per ogni persona, di praticare una buona igiene lavandosi le mani a intervalli regolari, coprire la bocca e il naso con un gomito o un tessuto piegato quando si tossisce o starnutisce, mettendo immediatamente i tessuti usati in un cestino ed evitando di toccare gli occhi, il naso e la bocca; mentre si dovrebbe prevedere un protocollo speciale per l’istituzione stessa.

Il documento condiviso tra la Scuola e le famiglie, oltre a richiedere la massima responsabilità e cooperazione tra i diversi soggetti partecipanti, dovrà prevedere che i bambini privi di sintomi, dopo la misurazione della temperatura corporea all’ingresso della scuola, partecipano alle lezioni senza limitazioni stringenti di distanziamento interpersonale e, cosa più importante, senza mascherine che, oltre ad essere sostanzialmente inutile nei bambini per quanto sopra esposto, limita la comunicazione non-verbale tra insegnanti  e alunni. Per quanto riguarda la scuola, inoltre, resta essenziale la raccomandazione di adeguare gli ambienti scolastici, ampliando le dimensioni delle aule per ridurre la densità degli alunni, favorendo, là dove è possibile, l’attività didattica all’aperto.

bambini a scuola

Per un’analisi diretta delle fonti citate si rimanda il lettore alle seguenti pubblicazioni:

The Lancet Child Adolescent Health. Pandemic school closures: Risks and opportunities. Lancet Child Adolesc Health 2020;4(5):341. doi: 10.1016/S2352-4642(20)30105-X.
Viner RM, Russell SJ, Croker H, et al. School closure and management practices during coronavirus outbreaks including COVID-19: A rapid systematic review. Lancet Child Adolesc Health 2020;4(5):397–404. doi: 10.1016/S2352-4642(20)30095-X.

Lee J. Mental health effects of school closures during COVID-19. https://www.thelancet.com/journals/lanchi/article/PIIS2352-4642(20)30109-7/fulltext
Tezer H, Bedir Demirdağ T. Novel coronavirus disease (COVID-19) in children. Turk J Med Sci 2020;50(SI–1):592–603. doi: 10.3906/sag-2004-174.
CDC COVID-19 Response Team. Coronavirus disease 2019 in children – United States, February 12-April 2, 2020. MMWR Morb Mortal Wkly Rep 2020;69(14):422–26. doi: 10.15585/mmwr.mm6914e4.

Benjamin Lee and William V. Raszka. COVID-19 Transmission and Children: The Child is Not to Blame. Pediatrics May 2020, e2020004879; DOI: https://doi.org/10.1542/peds.2020-004879.

Supinda Bunyavanich, MD, MPH; Anh Do, PhD; Alfin Vicencio, MD. Nasal Gene Expression of Angiotensin-Converting Enzyme 2 in Children and Adults. JAMA.
Published online May 20, 2020. doi:10.1001/jama.2020.8707

Jones TC, Mühlemann B, Veith T, et al. An analysis of SARS-CoV-2 viral load by patient age (https://zoonosen.charite.de/fileadmin/user_upload/microsites/m_cc05/virologie ccm/dateien_upload/Weitere_Dateien/analysis-of-SARS-CoV-2-viral-load-by-patient-age.pdf). German. Research network Zoonotic Infectious Diseases website: Charité – Universitätsmedizin Berlin, 2020.

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Mossong J, Hens N, Jit M, et al. Social contacts and mixing patterns relevant to the spread of infectious diseases. PLoS Med 2008;5(3):e74. doi: 10.1371/journal.pmed.0050074 [published Online First: 2008/03/28]

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