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L’oggi visto dal domani in un racconto di Irene Vella

by admin

L’arte della poesia al tempo del CoronaVirus

C’è un racconto che ha fatto il giro della Penisola e ha “infettato” i social: il racconto di Irene Vella, giornalista, ex inviata di Mattino5, Pomeriggio 5 e Verissimo, solo per citare alcune sue collaborazioni di prestigio. E’ nata a Follonica (GR), ha studiato a Pisa e vive a Dolo (VE).
Irene ama raccogliere emozioni trasformandole in storie e in occasione di questa emergenza mondiale ha voluto provare a spostare il punto di vista cercando di immaginare come sarà quando questo l’emergenza cesserà e torneremo alla serenità. Sì, perché prima o poi finirà questa situazione inverosimile: “il giorno della liberazione”.

PrimaveraCome tutti gli accadimenti della vita non vengono per caso, anche questa pandemia alla fine ci insegnerà qualcosa, magari ad ognuno cose diverse, ma tutte importanti per il nostro futuro.
Il percorso terreno è fatto di gioie, dolori, ostacoli, soddisfazioni, stress, relax e ognuno di questi momenti ci è utile per arricchire e levigare le nostre asperità contribuendo a migliorare il nostro Essere.

Buona lettura e soprattutto… buone riflessioni!

Era l’11 marzo del 2020, le strade erano vuote, i negozi chiusi, la gente non usciva più.
Ma la primavera non sapeva nulla.
Ed i fiori continuavano a sbocciare
Ed il sole a splendere
E tornavano le rondini
E il cielo si colorava di rosa e di blu
La mattina si impastava il pane e si infornavano i ciambelloni
Diventava buio sempre più tardi e la mattina le luci entravano presto dalle finestre socchiuse
Era l’11 marzo 2020 i ragazzi studiavano connessi a Gsuite
E nel pomeriggio immancabile l’appuntamento a tressette
Fu l’anno in cui si poteva uscire solo per fare la spesa
Dopo poco chiusero tutto
Anche gli uffici
L’esercito iniziava a presidiare le uscite e i confini
Perché non c’era più spazio per tutti negli ospedali
E la gente si ammalava
Ma la primavera non lo sapeva e le gemme continuavano ad uscire
Era l’11 marzo del 2020 tutti furono messi in quarantena obbligatoria
I nonni le famiglie e anche i giovani
Allora la paura diventò reale
E le giornate sembravano tutte uguali
Ma la primavera non lo sapeva e le rose tornarono a fiorire
Si riscoprì il piacere di mangiare tutti insieme
Di scrivere lasciando libera l’immaginazione
Di leggere volando con la fantasia
Ci fu chi imparò una nuova lingua
Chi si mise a studiare e chi riprese l’ultimo esame che mancava alla tesi
Chi capì di amare davvero separato dalla vita
Chi smise di scendere a patti con l’ignoranza
Chi chiuse l’ufficio e aprì un’osteria con solo otto coperti
Chi lasciò la fidanzata per urlare al mondo l’amore per il suo migliore amico
Ci fu chi diventò dottore per aiutare chiunque un domani ne avesse avuto bisogno
Fu l’anno in cui si capì l’importanza della salute e degli affetti veri
L’anno in cui il mondo sembrò fermarsi
E l’economia andare a picco
Ma la primavera non lo sapeva e i fiori lasciarono il posto ai frutti
E poi arrivò il giorno della liberazione
Eravamo alla tv e il primo ministro disse a reti unificate che l’emergenza era finita
E che il virus aveva perso
Che gli italiani tutti insieme avevano vinto
E allora uscimmo per strada
Con le lacrime agli occhi
Senza mascherine e guanti
Abbracciando il nostro vicino
Come fosse nostro fratello
E fu allora che arrivò l’estate
Perché la primavera non lo sapeva
Ed aveva continuato ad esserci
Nonostante tutto
Nonostante il virus
Nonostante la paura
Nonostante la morte
Perché la primavera non lo sapeva
Ed insegnò a tutti
La forza della vita♥
[Irene Vella]

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